Le inondazioni e le frane che hanno colpito Indonesia, Sri Lanka e Thailandia la scorsa settimana continuano a mietere vittime. Secondo i dati più recenti, oltre 1.400 persone hanno perso la vita: almeno 800 in Indonesia, 465 in Sri Lanka e 185 in Thailandia, con 3 decessi segnalati anche in Malesia. Almeno 900 persone risultano ancora disperse, mentre il bilancio economico dei danni si fa sempre più grave. In Indonesia, le province di Sumatra Settentrionale, Sumatra Occidentale e Aceh sono tra le più colpite. Strade spazzate via e ponti crollati ostacolano le operazioni di soccorso. Le autorità hanno espresso preoccupazione per il possibile ruolo della deforestazione, con timbri di legname tagliato ritrovati tra i detriti. Gruppi ambientalisti sottolineano che la degradazione ambientale ha amplificato gli effetti delle piogge torrenziali.
In Thailandia, le autorità hanno annunciato un progressivo ritorno alla normalità, con elettricità e acqua ripristinate e oltre 120mila famiglie compensate per i danni.
Lo Sri Lanka affronta la crisi in condizioni più critiche, segnato da una grave emergenza economica che limita le risorse disponibili per il soccorso. Il primo ministro Harini Amarasuriya ha chiesto supporto internazionale per le operazioni di ricostruzione.
Paesi come India, Pakistan e Emirati Arabi Uniti hanno già inviato aiuti, mentre le squadre di soccorso continuano a lavorare senza sosta per raggiungere le zone più isolate.
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