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Gli USA pronti ad entrare in guerra contro gli Ayatollah: la decisione di Trump dopo il Consiglio di Sicurezza Nazionale

Gli USA pronti ad entrare in guerra contro gli Ayatollah: la decisione di Trump dopo il Consiglio di Sicurezza Nazionale
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Viviamo ore che rimarranno scolpite nelle pagine dei libri di storia. Questa sera, infatti, il presidente statunitense Donald Trump ha incontrato il Consiglio di Sicurezza Nazionale per discutere della guerra Iran-Israele, valutando se unirsi alla campagna aerea israeliana contro Teheran. L’incontro nella Situation Room della Casa Bianca è durato circa un’ora e 20 minuti, ha dichiarato un funzionario della Casa Bianca senza fornire ulteriori dettagli. Trump sta tenendo tutte le opzioni sul tavolo, insistendo sul fatto che Washington non ha finora avuto alcun ruolo nella campagna. L’opzione più probabile presa in considerazione da Trump sarebbe l’uso di gigantesche bombe “bunker-buster statunitensi contro l’impianto nucleare iraniano di Fordow, profondamente interrato e non raggiungibile dalle bombe israeliane. Funzionari statunitensi hanno affermato che lo smantellamento del programma nucleare iraniano che Teheran stia utilizzando per ottenere un’arma nucleare rimane la priorità di Trump.

Da giorni forze militari USA si muovono dirette al Medio Oriente, sia via cielo che via mare. L’Aeronautica militare degli Stati Uniti ha mobilitato più di 30 aerei cisterna nell’eventualità di contribuire al rifornimento dei caccia israeliani durante i loro attacchi all’Iran. Lo hanno riferito alla “Cnn” due fonti a conoscenza dei fatti, aggiungendo che le cisterne sono state spostate per offrire a Trump e al Comando centrale delle Forze armate Usa (Centcom) “opzioni” qualora la situazione dovesse degenerare ulteriormente e Washington volesse essere maggiormente coinvolta. Fra queste, ha precisato la fonte, quella di attacchi congiunti Usa-Israele contro i siti nucleari iraniani. Nel fine settimana il Segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth ha ordinato l’invio di ulteriori risorse al Centcom, incluso il gruppo d’attacco della portaerei USS Nimitz.

usa guerra iran

Lo stesso segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, ha confermato ieri di aver ordinato il dispiegamento di “capacità aggiuntive” in Medio Oriente in risposta al conflitto tra Israele e Iran. “La protezione delle forze statunitensi è la nostra massima priorità e questi dispiegamenti servono a rafforzare la nostra postura difensiva nella regione“, ha scritto il segretario sulla piattaforma sociale X. Hegseth non ha specificato quali risorse verranno inviate, ma un funzionario statunitense ha confermato all’emittente televisiva “NewsNation” che numerose aerocisterne per il rifornimento in volo – cruciali nel caso di operazioni aeree su vasta scala – sono state trasferite in Europa, per “offrire opzioni” al presidente Donald Trump in un contesto sempre più teso. Un altro funzionario del Pentagono ha confermato al quotidiano “The Hill” che è stata ordinata anche la partenza del gruppo d’attacco della portaerei Uss Nimitz verso il Medio Oriente, per sostenere la postura difensiva statunitense e garantire la sicurezza del personale militare nella regione.

Secondo diversi media, il dispiegamento della portaerei era già pianificato ma è stato accelerato. Venerdì scorso, inoltre, il Comando europeo degli Stati Uniti ha inviato due cacciatorpediniere nel Mediterraneo orientale, con capacità di difesa contro attacchi missilistici guidati.

usa guerra iran

Questa sera, intanto, le truppe statunitensi sono in stato di massima allerta nelle basi militari in tutta la regione mediorientale, compresi gli Emirati Arabi Uniti, la Giordania e l’Arabia Saudita, riferisce il New York Times.

truppe usa medio oriente

L’intensificarsi della presenza militare Usa avviene mentre il conflitto tra Israele e Iran è entrato nel quinto giorno, con attacchi reciproci su larga scala dopo il primo bombardamento israeliano su Teheran venerdì scorso. Sino ad ora almeno 24 civili sono morti in Israele, a fronte di lanci senza precedenti di oltre 500 missili balistici e oltre 400 droni da parte dell’Iran, diretti tutti su zone residenziali. Ma nel 90% dei casi gli attacchi sono stati intercettati dalla difesa israeliane, e quando hanno colpito le abitazioni, quasi tutti i residenti si trovavano regolarmente nei bunker. “Se tutti avessero rispettato gli ordini di andare nei bunker, non sarebbe morto nessuno” hanno spiegato gli alti generali di sicurezza dell’Idf.

In Iran, invece, sono stati eliminati tutti i vertici del comando terroristico delle Guardie Rivoluzionarie, numerosi scienziati nucleari e persino i sostituti delle leadership militari proclamati dalla Guida Suprema dopo gli attacchi chirurgici di venerdì. Israele, a differenza dell’Iran, non sta colpendo i civili che anzi aiuta a fuggire indicando le zone degli attacchi con ordini di evacuazione anticipati (come ha sempre fatto anche a Gaza e Beirut).

Secondo fonti israeliane, la guerra potrebbe durare “settimane, non giorni” ma il rischio di un’estensione ad altri Paesi è molto basso.

Intanto, questa sera il profilo ufficiale di Israele in lingua persiana ha pubblicato sui social questa immagine con la didascalia: “L’ascesa dei leoni per la vittoria della luce sulle tenebre“.

bandiera iran

Proprio ieri in un nostro video ipotizzavamo il cambio di nome e bandiera per l’Iran con il rovesciamento del regime dei fondamentalisti islamici:

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