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Meteo, marzo 1987: l’inverno che non voleva finire, l’ondata di gelo più intensa del secolo

Meteo, marzo 1987: l’inverno che non voleva finire, l’ondata di gelo più intensa del secolo
Ondata di gelo marzo 1987

Marzo segna tradizionalmente il passaggio verso la primavera, ma la sua natura instabile lo rende ancora capace di riservare intense fasi di freddo, frutto degli scambi termici meridiani tipici di questa stagione di transizione. È quindi un errore considerare concluso l’inverno con l’arrivo del nuovo mese, poiché le sorprese, talvolta gradite e altre volte meno, possono manifestarsi improvvisamente. Un caso emblematico è quello del marzo 1987, ricordato ancora oggi come uno dei più gelidi del secolo scorso.

L’ondata di gelo che investì l’Italia in quel periodo rimane un evento meteorologico eccezionale per durata e intensità. Il freddo iniziò ad affermarsi a partire dal 4 marzo e persistette fino al 18, facendo registrare temperature straordinariamente basse su gran parte della penisola, con effetti particolarmente severi lungo il versante adriatico, dal medio Adriatico fino alle regioni meridionali. L’Abruzzo fu una delle aree più colpite, con nevicate abbondanti che interessarono in particolare le zone montuose e interne, causando inevitabili disagi alla circolazione e ripercussioni sul settore agricolo.

6 marzo 1987

Le condizioni atmosferiche che determinarono questo scenario estremo furono il risultato della combinazione tra un potente vortice freddo posizionato sull’Europa orientale e sui Balcani e l’azione congiunta dell’anticiclone russo-siberiano e di quello delle Azzorre. Questa configurazione, nota come “Ponte di Weikoff“, favorì l’afflusso di aria gelida e instabile sull’Italia, intensificando il raffreddamento e prolungando la fase di gelo ben oltre la durata di una classica irruzione invernale. L’eccezionalità di quell’episodio si riflette anche nelle statistiche climatiche: il marzo 1987 viene ancora oggi considerato il più freddo degli ultimi cinquant’anni in diverse località italiane, con temperature medie significativamente inferiori ai valori di riferimento. In alcune zone, dove da decenni non si scendeva sotto gli 8°C nel mese di marzo, si registrarono minime da record.

Questo evento si colloca in un contesto storico caratterizzato da una sequenza di inverni particolarmente rigidi. Gli anni Ottanta videro il susseguirsi di fasi fredde memorabili, tra cui quelle del 1985 e del 1986, che contribuirono a rafforzare l’idea di un periodo climatico insolitamente rigido rispetto alle medie storiche. Il marzo 1987 rappresentò il culmine di questa tendenza, con un impatto che si fece sentire non solo in Italia, ma anche nei Balcani, dove il freddo raggiunse livelli altrettanto estremi.

A distanza di oltre tre decenni, quell’ondata di gelo rimane una delle più significative mai registrate, un monito sulla possibilità che, nonostante il graduale riscaldamento climatico, anche il mese di marzo possa riservare episodi di freddo intenso e improvviso. La meteorologia ci insegna che il passaggio da una stagione all’altra non è mai lineare e che la primavera, soprattutto nei suoi primi giorni, può ancora essere dominata dagli ultimi rigurgiti dell’inverno.

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