Un nuovo studio, pubblicato su Nature Human Behaviour, suggerisce che l’uomo di Neanderthal e l’Homo sapiens nel Medio Paleolitico del Levante (Medio Oriente) non solo coesistevano nello stesso periodo, ma condividevano anche tecnologia, stili di vita e pratiche culturali. La ricerca, condotta dalle Università Ebraica di Gerusalemme e di Tel Aviv, si concentra sui reperti archeologici ritrovati nella grotta di Tinshemet, nel centro di Israele, che evidenziano una stretta interazione tra queste due specie umane.
I dati raccolti suggeriscono che queste interazioni abbiano favorito lo scambio culturale e la diffusione di innovazioni comportamentali. Un aspetto di particolare interesse riguarda l’uso simbolico dell’ocra, che potrebbe essere stato utilizzato per la decorazione del corpo e per definire identità sociali. Inoltre, le sepolture ritrovate nella grotta, datate a circa 110mila anni fa, sono le prime del Paleolitico medio e potrebbero indicare rituali funerari comuni.
Lo studio ipotizza che Israele fosse un “melting pot” di gruppi umani diversi che cooperavano e competevano per risorse, dando vita a un ricco scambio culturale. La ricerca conferma il Levante come un crocevia cruciale per la nostra evoluzione, dove le interazioni tra Neanderthal e Homo sapiens hanno avuto un impatto significativo sulla nostra storia.
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