La prima legge italiana sullo Spazio è la legge nazionale più avanzata in Europa sulla regolamentazione della attività dei privati in orbita. “Regolamentare le attività spaziali significa aprire il mercato a una pluralità di aziende e progetti, in particolare italiani”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in un’intervista a “Il Giornale”. Il provvedimento “sarà di ispirazione per il prossimo Space Act europeo, di cui sollecitiamo la realizzazione in un apposito non paper presentato con la Germania e di cui proprio ieri ho discusso anche con il ministro danese Christina Egelund. L’Italia indica all’Europa la rotta sullo spazio”, ha aggiunto. “Il nostro obiettivo è duplice: da un lato, garantire un accesso sicuro per i vari attori allo spazio; dall’altro, stimolare investimenti nella Space economy per rendere le aziende italiane più forti e competitive sul piano internazionale. Inoltre, la legge punta a sviluppare le competenze tecniche e a valorizzare le tecnologie per l’osservazione della Terra, consolidando la nostra leadership nel settore”, ha spiegato Urso, che ha precisato: “ora la vera sfida è la realizzazione di una legge europea sullo spazio, che pensiamo possa ispirarsi proprio alla nostra italiana”.
Una legge – aggiunge – “non era urgente, ma fondamentale per colmare un vuoto normativo e posizionare l’Italia come protagonista nel panorama spaziale internazionale”.
Urso contesta che si tratti di una legge concepita per aiutare Musk: è “assolutamente falso. Il disegno di legge è stato approvato dal CdM nel giugno dello scorso anno, ben prima della vittoria di Trump. Al contrario, regolamentare le attività spaziali significa aprire il mercato a una pluralità di aziende e progetti, in particolare italiani”. Quanto alla scelta – per i sistemi satellitari – fra StarLink di Musk o i francesi di Eutelsat “quando avremo le conclusioni dello studio di fattibilità – conclude – decideremo cosa e come fare, per assicurare i servizi che servono alla sicurezza nazionale. Noi non siamo a favore né contro nessuno; agiamo sempre e comunque e solo a tutela dell’interesse nazionale”.
Le parole di Andrea Mascaretti
Sul ddl Spazio “non ha senso parlare di norma pro-Musk”. Lo spiega Andrea Mascaretti, deputato di FdI e presidente dell’intergruppo parlamentare per la space economy, intervistato dal Sole 24 Ore. “Sento dire che la norma favorirebbe Starlink in una serie di applicazioni nell’ambito della Difesa, ma un altro articolo, il 28, precisa che tutte le disposizioni del Ddl non si applicano alle attività spaziali e a quelle correlate condotte dal ministero della Difesa. Lo ha spiegato anche il ministro Urso: piuttosto la riserva di capacità trasmissiva di cui si parla potrà essere fornita da una costellazione satellitare nazionale, che è allo studio. Questo settore si sta evolvendo in modo esponenziale, oggi ci può essere un privato che è in condizione di vantaggio, ma in pochi anni la scena cambierà totalmente”, afferma Mascaretti, che del disegno di legge è stato relatore.
“La legge crea le condizioni per aprire la space economy alle imprese italiane. Colmiamo un vuoto normativo regolamentando l’accesso allo spazio per gli operatori privati e tracciamo un percorso in vista dello space Act europeo. Prevediamo un obbligo di un’assicurazione, creiamo un Fondo che potrà funzionare anche per fornire garanzie con effetto leva e ci sarà un Piano nazionale per il settore. Poniamo le condizioni, in altre parole, per aiutare le aziende private italiane ad accedere alla space economy, finora appannaggio soprattutto delle aziende americane”, sostiene il parlamentare di FdI.
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