Il 4 dicembre 1978 ha segnato una tappa fondamentale nell’esplorazione del Sistema Solare: la sonda Pioneer Venus della NASA è entrata con successo nell’orbita del pianeta Venere. Oggi ricorre il 47° anniversario di quell’evento che ha aperto una nuova fase negli studi sull’atmosfera e sulla geologia venusiana. Lanciata l’anno precedente, la sonda era stata progettata per analizzare la densa atmosfera di Venere, composta principalmente da anidride carbonica e coperta da nubi di acido solforico. Una volta in orbita, Pioneer Venus ha iniziato una lunga serie di osservazioni che avrebbero rivoluzionato la comprensione del pianeta: ha misurato venti potentissimi, temperature estreme e rilevato la presenza di un effetto serra fuori controllo, che rende la superficie venusiana più calda di quella di Mercurio nonostante la maggiore distanza dal Sole.
La missione ha contribuito anche a mappare il pianeta grazie al radar, rivelando rilievi montuosi, vaste pianure laviche e strutture geologiche complesse fino ad allora sconosciute. L’orbiter è rimasto operativo per ben 14 anni, fino a quando nel 1992 è bruciato nell’atmosfera venusiana.
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